Non profit

Occhio all’etichetta: deve sempre dire tutto

Il caso dell’olio d’oliva e le normative della Ue

di Donata Monti

Sono un attento consumatore, ho un piccolo podere e preferisco produrre per mio conto prodotti agricoli, come vino da tavola, miele, marmellate e olio d?oliva, che spesso regalo anche agli amici. Proprio di recente ho sentito parlare della questione dell?etichetta da apporre sulle bottiglie dell?olio d?oliva. Vorrei sapere qualche dettaglio in più sulla cosiddetta ?battaglia degli olivicoltori? e sulla procedura di infrazione aperta dall?Unione europea, in merito alla questione.
Antonio C.,Catania

Risponde Donata Monti
Per prima cosa è importante ricordare che al consumatore viene riconosciuto il diritto di scegliere e quindi le etichette devono essere chiare e non ingannevoli. Il consumatore (in particolare proprio per quanto riguarda appunto i prodotti agricoli), ha il diritto di conoscere dove gli stessi sono stati coltivati e prodotti. Spesso, infatti, l?origine dei prodotti significa allo stesso tempo anche qualità, gusto, affidabilità dei controlli, ecc.
Ci sembra importante sottolineare che è positivo che la legge Italiana preveda che per gli olii importati vi sia l?obbligo di indicare le percentuali relative ai vari Paesi d?origine. Ciò non ostacola in nessun modo il mercato ma fornisce semplicemente un?informazione aggiuntiva, utile a tutti i consumatori. La battaglia degli olivicoltori è quindi giusta mentre sbaglia l?Unione europea nel far prevalere interessi commerciali alla tutela del consumatore.
Un analogo comportamento nel dare priorità agli interessi commerciali rispetto alla tutela del consumatore, lo ritroviamo tra l?altro anche nei prodotti geneticamente trattati (dei quali ultimamente si parla moltissimo), dove l?etichetta prevista dall?Unione europea si limita a recitare ?può contenere OGM?, una dicitura non chiara e ingannevole per il consumatore.
Vorrei sottolineare infine che la sua lettera ci offre tra l?altro l?occasione per aggiungere che l?Adiconsum sarebbe ben lieta se il Commissario Ue, Franz Fischeler, vorrà colmare le attuali carenze rendendo superflua la normativa italiana.
Auspichiamo inoltre un ripensamento da parte dell?Unione europea anche per quanto riguarda l?etichetta ingannevole per i prodotti geneticamente trattati.

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